sabato 26 novembre 2011

Basco Eliportati Cacciatori Carabinieri


Lo Squadrone Eliportato Cacciatori dell' Arma Carabinieri nasce nei primi anni 90 come reparto speciale territoriale operativo in Calabria fortemente impegnato nell'attività di contrasto alla criminalità organizzata locale e che ha acquistio un elevato profilo professionale nelle atttività d'indagine antisequestro e di ricerca dei latitanti appartententi alla 'ndrangheta.

I baschi rossi dell'Arma, unico reparto ad indossare il basco qui raffigurato, prestano servizio attraverso gli elicotteri di stanza all'aeroporto Luigi Razza di Vibo Valentia. Tali velivoli garantiscono infatti rapidità d'intervento e agilità di spostamenti sugli impervi territori dell'aspromonte.

L' unita' operativa minima dello Squadrone e' costituita dalla Squadra, responsabile su di una propria "zona d' operazione", nella maggior parte dei casi corrispondente al territorio controllato da una famiglia criminale dominante.

Ogni Squadra può venire impiegata in due modalità principali: missioni autonome o S.A.T. (Supporto all'Arma Territoriale). Nel caso di missioni autonome, la Squadra effettua attività di indagine e raccolta informazioni, appoggiandosi ai diversi Comandi competenti per territorio. La Squadra ha il compito di pianificare settimanalmente tipologia, modalità e tempi dei servizi da effettuarsi, relazionando poi dettagliatamente al Comandante di Plotone e di Squadrone, che ne autorizzano le attività.

In occasione delle missioni S.A.T., precedentemente all'intervento richiesto, viene effettuata attività di studio del problema, la ricognizione dell'obiettivo e viene infine pianificata l'attività di concerto con il Comando richiedente il supporto. n casi di emergenza od al verificarsi di sequestri di persona, il reparto può mobilitare un Plotone o l' intero Squadrone se necessario, realizzando un particolare piano di controllo del territorio (piano antisequestro), costituito da una rete di P.O.A. (Posti di Osservazione e Allarme) notturni e/o diurni, un piano di pattugliamento, rastrellamenti coordinati, vigilanza eliportata, posti di blocco e posti di controllo.

Precedentemente, durante e successivamente allo svolgimento delle attività appena elencate, il raccordo informativo tra il Comando di Squadrone e i Comandi territoriali competenti non cessa mai, come anche il necessario raccordo info-operativo, coordinato dal Comando Regionale, che evita accavallamenti e duplicazioni di servizi. Ogni informazione raccolta e' collezionata, catalogata e condivisa con i reparti territoriali dislocati sul territorio. Operare nelle aree calabresi materialmente sottoposte al controllo capillare operato dalle famiglie criminali, assume aspetti che avvicinano di molto l'attività del cacciatore alle attività di interdizione d’ area ed esplorazione tattica.

Tra questi aspetti spiccano infiltrazioni ed esfiltrazioni di pattuglie nell'area delle operazioni condotte in condizioni di clandestinità, pattuglie che spesso operano sul terreno per più giorni consecutivi; la costituzione di pattuglie da ricognizione, il movimento prevalentemente notturno delle squadre, l’acquisizione prolungata degli obiettivi da "attaccare", la pianificazione accurata e la conduzione di "colpi di mano" sfruttando la massima sorpresa, irruzioni in casolari, ovili, anfratti naturali utilizzati come rifugio dai latitanti o presunti tali.

Molti aspetti dell'attività dei cacciatori ricalcano le operazioni di controinterdizione d'area. Ad esempio l'esecuzione di rastrellamenti per la ricerche di tracce di movimenti sospetti su vie di comunicazione ritenute sensibili, l'osservazione notturna e diurna di obiettivi, la realizzazione di reti di P.O.A., onde monitorare e controllare ogni movimento sospetto sull'area di interesse ed impedire così le più vitali comunicazioni tra gli affiliati ai clan, la realizzazione di P.O.A. attivi che in condizioni di sicurezza per gli operatori consentano il bloccaggio ed il controllo di soggetti in movimento sospetto per i sentieri sottratti alla vista ed al controllo.

venerdì 18 novembre 2011

Copriberretto nylon Carabinieri


Il copriberretto è sicuramente un'utility indispensabile per chi, esposto alle intemperie, presta servizio su strada, così come per coloro che, per ragioni cerimoniali o altro, sono obbligati ad assicurare la presenza sotto la pioggia.

Il copriberretto in nylon nero, ma disponibile anche nei colori blu, kaki, rosso o bianco rinfrangente per i corpi di polizia locale, serve a proteggere il berretto rigido dalla pioggia e ad evitare che l'acqua ne deformi la linea.

La calottina, impermeabile, è munita della classica finestra frontale per agevolare la visualizzazione del fregio e dunque l'identificazione del corpo d'appartenenza.

Il rapido montaggio e smontaggio è favorito dall'elastico che cinge per intero il copriberretto idoneo ad assicurare la migliore aderenza e copertura del copricapo stesso.

sabato 5 novembre 2011

Stivaletti Anfibi Laguna



Dopo un periodo iniziale di sperimentazione, l' Esercito Italiano ha adottato la nuova versione leggera di anfibi. Il modello Laguna è uno stivaletto di colore marrone (testa di moro), con tomaia in pelle di pieno fiore ed inserti in cordura (resistente alle abrasioni) idrorepellente e traspirante.

Gli anfibi Laguna hanno l'assorbimento dello shock nella zona del tallone e protezione al malleolo.

La suola è in gomma con mescola a densità differenziata, trattamento antiscivolo e antistatico; il puntale è rinforzato in gomma protettiva antibrina.

I moderni stivaletti militari sono infatti progettati per fornire una combinazione di sicurezza alla caviglia, protezione del piede ed un perfetto grip anche nelle condizioni ambientali più ostili.

Molti stivaletti militari incorporano oggi molte tecnologie impiegate per le calzature trekking, dalle membrane impermeabili/traspiranti con pannelli laterali in cordura che migliorano la ventilazione e il confort del piede. Anche le suole, grazie a densità differenziate di gomme, permettono un impiego intensivo senza determinare inutili affaticamenti al piede.