venerdì 29 aprile 2011

Alpini in Festa per i 90 anni della sezione ANA di Udine


Si sono appena concluse le celebrazioni dei 90 anni della sezione ANA di Udine in piazza 1° maggio a Udine che, per l'occasione, ha tributato un saluto e ringraziamnento alle truppe alpine della brigata Julia appena rientrate dalla missione in corso in Afghanistan cui era impegnata dall'ottobre 2010.

“La cerimonia del 29 aprile – dichiara il comandante della Julia, il generale Marcello Bellacicco – vuol essere un momento per la Julia tutta per salutare il Friuli e la sua gente che tanto è stata vicino agli alpini nella loro missione in Afghanistan. L’affetto, l’attenzione e la partecipazione dei friulani sono stati uno stimolo aggiuntivo a portare a termine il nostro lavoro in Afghanistan. Lavoro contraddistinto dall'impegno e dal sacrificio di migliaia di ragazzi che, giorno dopo giorno, con caparbietà e professionalità hanno contribuito a migliorare la sicurezza nella loro area di operazione”.

Dopo l'alzabandiera e la deposizione di una corona al Tempietto dei caduti alla presenza delle autorità e di un picchetto d’onore con fanfare della Julia avvenuta in piazza Libertà alle ore 9:30, hanno sfilato i reparti alpini e le truppe in congedo

In piazza Primo Maggio sono stati resi gli onori al Gonfalone della città di Udine, al Labaro nazionale dell' ANA, alle bandiere di guerra e, successivamente, alla massima autorità militare con il passaggio in rassegna dei reparti schierati.

Per l'occasione hanno partecipato a Udine, sede del Comando della Brigata Julia, le rappresentanze di sei reparti dell'Esercito, che hanno effettuato il turno in Afghanistan con la Julia. Stiamo parlando di una compagnia composta da 150 persone per ogn'uno dei cinque reggimenti della Brigata, rispettivamente Tolmezzo, Cividale del Friuli, Belluno, Trento e Vipiteno, unitamente ad una compagnia del reggimento lagunari "Serenissima" di Venezia.

Il festeggiamento proseguirà ancora nel pomeriggio quando, alle 14.30 presso la caserma Spaccamela, ci sarà la premiazione delle scuole vincitrici del concorso “Alpini di oggi, alpini di ieri, uniti al servizio della patria”, indetto per le classi 4^ e 5^ delle primarie della provincia di Udine per raccontare, attraverso dei temi, la presenza delle penne nere sul territorio.

Alle 15.30, sempre alla caserma di via Fruch, appuntamento alla palestra di roccia con le guide del Cai, mentre alle 17 l’ammainabandiera in piazza Libertà. Presente alla cerimonia anche il personale del 3° reggimento genio guastatori di Udine che è stato impiegato in Afghanistan con gli uomini della Julia.

Servizi Hosting off-line


A causa di un incendio che ha colpito stamattina la sala UPS della server farm di una delle società più importanti di web-hosting su cui risiedono i nostri siti web, oggi - 29 aprile - sono temporaneamente inaccessibili tutte le comunicazioni mail e i servizi di navigazione dei nostri portali.

Il breakdown della società di web-hosting , avvenuto stamane attorno alle 5:30, non dovrebbe aver pregiudicato le prenotazioni online, messaggistiche e le mail, posta elettronica certificata (pec), che risiedono sui loro server.

La società Aruba, è intervenuta stamane sul proprio forum e sul canale Twitter, annunciando di procedere rapidamente con una serie di interventi di ripristino per la risoluzione del problema, che sta bloccando la rete da questa mattina.

La riaccensione dei server e delle altre unità di server farm della società web-hosting stanno dunque bloccando i nostri servizi e la navigazione dei siti.

In attesa del ripristino delle funzionalità delle macchine server, ci scusiamo con gli utenti e la nostra clientela con cui terremo aperti i canali di comunicazione dei social network: Facebook, Digg, Reddit e Twitter.

LO STAFF TUTTO MILITARE

mercoledì 27 aprile 2011

Croce Commemorativa Medaglia UNSOM Missione IBIS



Dopo l'escalation della guerra civile in Somalia nel 1991, l'ONU e l' Organizzazione dell'Unità Africana (OUA), hanno cercato di attenuare le sofferenze di 4,5 milioni persone somale, più della metà delle quali - nelle aree rurali colpite dalla siccità - si trovavano in grave pericolo per le malattie correlate a malnutrizione e carestia.

L'ONU, già impegnata in Somalia dai primi nel 1991 quando iniziò la guerra civile, ha progressivamente ritirato il proprio personale in occasione del verificarsi di fiammate di violenza. Una serie di risoluzioni del Consiglio di sicurezza e ripetute visite diplomatiche alla fine riuscirono ad imporre un cessate il fuoco tra le due fazioni locali, verso la fine di marzo 1992. Questi sforzi sono stati aiutati da altri organismi internazionali, come l'Organizzazione per l'Unità Africana, la Lega degli Stati arabi e l' Organizzazione della Conferenza Islamica.


Ma è il 4 dicembre del 92 - sotto il mandato delle Nazioni Unite - quando le forze armate statunitensi, con le truppe italiane e di altri Stati entrano in Somalia per attivare una serie di iniziativa umanitarie che potevano rendersi possibili solo nell'ambito di un contesto di sicurezza supportato da un dispiegamento militare che verrà denominato "Restore Hope".

La Marina Militare ha inviato il 24º Gruppo Navale che ha operato dall'11 dicembre 1992 al 14 aprile 1993, composto dall' incrociatore portaelicotteri Vittorio Veneto, la fregata Grecale, il rifornitore di squadra Vesuvio e le navi da sbarco San Giorgio e San Marco con gli uomini del Battaglione San Marco.

Il contingente italiano operò in particolare nell'area di Mogadiscio e nella zona di Balad, lungo la vecchia via Imperiale (secondo il vecchio nome del periodo coloniale). Le truppe italiane operarono con decisione ma cercando sempre il contatto con la popolazione, avvalendosi anche dell'immagine italiana positiva lasciata dal periodo coloniale fino alla fine del mandato fiduciario sul paese che durò fino al 1960. Vi furono anche accuse di isolati episodi di maltrattamenti ad alcuni cittadini somali, che furono oggetto di inchiesta da parte delle autorità civili e militari ma senza riscontri oggettivi. Addirittura un giudice censurò il comportamento dello Stato Maggiore dell' Esercito, tacciato d' aver «di fatto danneggiato i propri ufficiali» con «inerzie e approssimazioni» che avrebbero ostacolato tempestivi riscontri a loro favore.

Dall'altra parte, specificatamente le fazioni armate in lotta, vi fu spesso l'uso strumentale della popolazione contro le truppe, non solo italiane, per compensare la evidente inferiorità militare; l'esempio più tragico fu la cosiddetta Battaglia del pastificio, nella quale tre soldati italiani morirono e diversi vennero feriti. Ma tra le vittime italiane dirette o indirette della missione Restore Hope vanno annoverate anche due donne: Maria Cristina Luinetti, Sorella (grado funzionale Sottotenente) del Corpo Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, uccisa nel Poliambulatorio Italia a Mogadiscio da un somalo per motivi mai chiariti ed Ilaria Alpi, che insieme con il suo operatore Miran Hrovatin, fu uccisa in un agguato da miliziani perché stava indagando sul traffico di rifiuti tossici dall'Europa alla Somalia.

mercoledì 20 aprile 2011

Croce Commemorativa CRI


A favore di tutti coloro che si sono prodigati nelle operazioni di soccorso nei riguardi delle popolazioni vittime di calamità pubbliche, la Croce Rossa Italiana ha istituito nel 2007 la croce commmemorativa CRI completa di nastrino e le cui caratteristiche estetiche non si discostano significativamente dalla croce commemorativa di pace per le missioni all'estero.

Si tratta infatti di una croce commemorativa in metallo argentato del diametro di 40 mm. e del peso di 25 gr. circa, caratterizzata da due fronde di alloro. Sul fronte della croce commemorativa CRI è tuttavia riprodotta al centro la scritta "lnter Arma Caritas", mentre sul retro, la croce smaltata rossa della CRI.

La croce è appesa ad un nastro largo 37 mm. e della lunghezza di 52 mm. con ai lati, in verticale, i colori arancio e blu, che racchiudono, al centro il tricolore della bandiera italiana, secondo la seguente succcssione: arancio (palo da 11 mm.), verde (dim. 5 mm.) bianco (5 rnm.), rosso (5 mm.) e blu (11 mm.); sul nastro verrà applicata una fascetta metallcia bronzata raffigurante un serto d'olivo raccolto da un cartiglio su cui sarà sovraimpresso in rilievo il nome dell'operazione per la quale è stata tributata.

La concessione, non riconosciuta per gli interventi effettuati in Albania del 1999, è subordinata all'effettivo impiego per un periodo continuativo di almeno 15 giorni in operazioni riconosciute dall'ente. Tale termine non è invece richiesto nei riguardi di coloro per ragioni di servizio si sono dovuti ritirare.

Anche in questo caso, come accade per le insegne di missione di pace, sul nastro della croce andranno apposte le fascette bronzate identificative dell'operazione compiute; i nastrini andranno caricati al centro di una o due stellette di bronzo se si sono ottenuti due o tre diplomi.

mercoledì 13 aprile 2011

Croce di Guerra al Merito RI



La Croce di Guerra al Merito venne istituita dal re Vittorio Emanuele III il 19 gennaio 1918 e, dalla data della sua istituzione fino al 30 maggio 1927, sono state emesse 1.034.924 Croci.


La croce al merito di guerra fu assegnata agli appartenenti delle forze armate che avessero maturato almeno un anno di servizio in trincea o sul fronte nemico e venne riconosciuta anche ai feriti in azione o che, per meriti di guerra, avessero ricevuto una promozione.

Se un'azione non si concretizzava nel compimento di un atto di valore meritevole di concessione della croce di guerra al Valore Militare, veniva rilasciata la Croce al Merito di guerra che, dal 1922 in poi, sul nastro dell'insegna veniva caricata di una spada di bronzo.


La croce di guerra al Merito, raffiugurata da una croce greca in rame, era realizzata nel colore bronzo, della dimensione di 37 mm.

Sul fronte recava in lettere lapidarie il monogramma "VE III", Vittorio Emanuele che istituì la decorazione, sormontata dalla corona reale. Nella parte superiore del braccio era riprodotta la dicitura "MERITO DI GUERRA", mentre nella parte inferiore della croce era sovraimpresso il gladio romano cinto da foglie di quercia. Il rovescio reca la una stella a cinque punte su uno sfondo di raggi.

Il nastro era di colore azzurro con due pali verticali bianchi separate. Durante il periodo regio il nastrino era caricato di una, due o tre coroncine reali bronzate, per contrassegnare rispettivamente due, tre o quanttro conferimenti.

Dalla quinta alla settima concessione venivano applicate una due o tre coroncine reali argentate e solo dopo l'ottava concessione venivano riportate le coroncine reali dorate.

Con l'avvento della Repubblica italiana, la croce di guerra al merito ha subìto la modifica della sostituzione dell'acronimo VE con RI e l'applicazione al centro del nastrino della stella argentata idonea caratterizzare due o più concessioni.