venerdì 31 dicembre 2010

Croce di Anzianità Servizio Croce Rossa Italiana


Al personale della Croce Rossa Italiana che abbia maturato un periodo di anzianità di servizio pari ad almeno 15 o 25 anni di attività, viene riconosciuta la c.d. croce di anzianità rispettivamente di seconda e prima classe.

L'insegna è costituita da un nastro largo 37 mm. di colore bianco, recante ai lati due pali verticali di colore verde, uno esterno di 6 mm. ed uno interno di 1 mm. posto alla distanza di mm. 2 dall'altro.

La Croce di anzianità per i 25 anni di attività ha una finitura dorata; al centro è contenuto un dischetto riproducente l'emblema della croce rossa; sul retro è riprodotto il numero il numero in cifre romane XXV.

La Croce di anzianità dei 15 anni di attività ha invece una finitura argentata contenente al centro la simbologia di cui sorpa; nel verso della croce è riprodotto il numero XV.

La forma terminale delle braccia della Croce è leggermente arcuata.

L'insegna riservata al personale civile dell’Associazione si caratterizza per una fascetta metallica argentata o dorata recante il motto "Fidelitas", che viene posizionata sul nastro cui è appesa la croce metallica.

Per il personale mobilitabile dell’Associazione la Croce di Anzianità è munita di un nastrino largo 37 mm. bianco, identico per caratteristiche a quanto già sopra descritto, ma al centro dell'insenga viene collocata una stelletta dello stesso
metallo della Croce.

giovedì 23 dicembre 2010

Occhiali Tattici da Combattimento



In questi ultimi anni numerose aziende specializzate nel settore hanno dedicato particolare attenzione agli occhiali tattici militari con un crescendo di offerte che tengono conto degli elevati meccanismi di ricezione della luce di cui sono dotati i nostri occhi.

L'importanza è ancora più accentuata a livello militare o per gli appassionati di softair, dove cecchini e tiratori scelti devono attentamente valutare il bersaglio in considerazione dell' esposizione alla luce solare, a riflessi e rifrazioni che possono distorcere la percezione visiva del target.

Non si tratta quindi di garantire solo una perfetta efficienza dei nostri organi sensoriali, ma di offrire agli operatori del settore le migliori condizioni di operatività con i più elevati standard qualitativi.

Fra le innumerevoli proposte interessanti segnaliamo ai professionisti questo modello di occhiali tactical in policarbonato UV 400 con lente nera opaca avvolgente, idonea a garantire una protezione periferica dell'occhio.

Gli occhiali sono contenuti in un pratico astuccio che prevede un set di lenti bianche e gialle intercambiabili dal ponticello, una montatura neutra - per chi indossa gli occhiali da vista - e due cinghie elasticizzate da allegare alle stanghette e da indossare su casco.

martedì 21 dicembre 2010

Tactical Vest Molle Chest Carrier



Costruito in nylon da 1000 Denier il tactical vest si compone di due parti, unite fra loro tramite un sistema di sgancio rapido. Il giubbino tattico è realizzato in modo da offrire la protezione dell'intero busto, adattandosi in modo preciso al corpo dell'operatore.

Facile e veloce da vestire, è concepito per offire il massimo comfort all'operatore e consentire di poter fare tutti i movimenti necessari per poter utilizzare senza alcun problema l'arma o condurre veicoli.

Con gli spallacci dotati di imbottiture amovibili, il tactical vest è costruito a misura unica regolabile attraverso la maniglia frontale. Le bande elastiche laterali offrono una perfetta aderenza al corpo del giubbetto.

Il chest è accessoriato con tasca anteriore multiuso, una utility pouch di medie dimensioni con chiusura a cerniera per il trasporto di materiale vario
La zona anteriore prevede cinque giberne per serbatoi da 30 colpi cal. 5,56 Nato cadauna. La parte superiore del pettorale è accessoriata con una plca con una tasca interna, una tasca esterna ADMIN e due porta caricatori per arma corta e bande a velcro per l'applicazione di targhette identificative.

La zona retroschiena è interamente rivestita di passanti a Molle.

giovedì 16 dicembre 2010

Berretto Capo della Polizia di Stato



Analogamente a quanto accade per il Comandante Generale dell'Arma Carabinieri, proposto dal ministro della difesa, e per il Comandante Generale della Guardia di Finanza, nominato su indicazione del ministro dell'economia, il capo della polizia e/o direttore generale della pubblica sicurezza è un prefetto incaricato dal presidente della Repubblica su deliberazione del Consiglio dei ministri, dietro proposta del ministro dell'interno, a dirigere la Polizia di Stato.

Il direttore generale della pubblica sicurezza riveste quindi il duplice ruolo di comandante della polizia e direttore di un dipartimento del Ministero dell'interno.


Il capo della polizia ha il compito di amministrare questioni burocratiche del Corpo, garantendone il buon andamento, rappresenta l'Istituzione presso il capo dello stato, il governo ed altri organi costituzionali italiani o esteri; presenzia alle cerimonie di giuramento degli allievi commissari, ispettori e agenti, nonché alle celebrazioni degli anniversari e le feste del Corpo.

Per ottemperare alle proprie funzioni viene coadiuvato da tre vicecapi anch'essi provenienti dal Corpo prefettizio e divisi in tre funzioni principali:

Vicecapo - vicario: è da considerarsi il 1° dei tre vice ed è responsabile di sostituire il capo in caso di impedimento oltre ad esserne il più stretto collaboratore.
Vicecapo - direttore centrale polizia criminale: dirige tutte le attività di indagine e di polizia criminale e giudiziaria.
Vicecapo - attività coordinamento e forze di polizia: specializzato nel coordinamento tra i vari copri specialistici e nelle attività del Ministero dell'interno.
Per il vice capo - vicario è anche prescritta l'avvenuta appartenenza, prima dell'accesso alla carriera prefettizia, alla Polizia di Stato.

Il berretto raffigurato qui a lato è realizzato in cordellino blu scuro, conforme all'uniforme ordinaria con il fregio ricamato a mano in canottiglia dorata su panno cremisi; è munito di fascia e soggolo a treccia con quattro trine dorate.

martedì 14 dicembre 2010

Cappello Alpino


Una delle peculiarità nell'abbigliamento degli alpini è senza dubbio rappresentata dal cappello che sostituì il chepì della fanteria. Il copricapo era realizzato in feltro di forma tronco conica con cupola bombata e falda larga, fascia e sottogola in cuoio. Il fregio frontale era la classica stella a cinque punte in metallo bianco con numero della compagnia nel tondino.

Sulla sinistra vi era una coccarda tricolore, semicoperta dalla fascia in cuoio, con bottoncino centrale in metallo bianco e, al di sopra, un galloncino rosso a "V" rovesciata, sotto al quale era applicato il distintivo di grado (gallone rosso per caporali e caporal maggiori, d'argento per sottufficiali) sempre a forma di V rovesciata.

Compariva, infine, il primo elemento distintivo tradizionale degli alpini, la penna nera di corvo fissata dietro la coccarda, leggermente inclinata all'indietro.
Il cappello degli ufficiali era identico, tranne per la penna, d'aquila, e la mancanza del galloncino rosso, sostituito da galloncino di grado, sempre a V rovesciata.

Nella tenuta di marcia veniva portata sul cappello una copertura di tela bianca sulla cui parte anteriore era dipinto, in nero, il numero della compagnia.

Nel 1880 il fregio a stella del cappello fu sostituito da un nuovo modello in metallo bianco raffigurante l'aquila ad ali spiegate che sormonta una cornetta con al centro il numero del battaglione. Dietro la cornetta spuntava un trofeo di due fucili, una scure ed una piccozza incrociati, circondato da una corona di foglie d'alloro e di quercia.

La coccarda tricolore (precedentemente sul finaco sinistro del cappello) passò sul davanti, sottostante al fregio, mentre a sinistra venne applicata una nappina di lana rossa con ovale nero sul quale era ricamato in bianco il numero della compagnia.

Gli ufficiali adottarono in quel periodo un nuovo cappello di panno turchino scuro con visiera in cuoio nero e fascia in velluto nero filettata superiormente e inferiormente di panno scarlatto. Il cappello aveva una filettatura argentata sul bordo superiore e filetti verticali, due laterali ed uno posteriore. I galloni argentati di grado erano cuciti sulla fascia.

Il fregio di questo berretto completamente nuovo era ricamato in argento e rappresentava una corona reale sormontante una cornetta sovrapposta a due fucili incrociati.

Lo stesso fregio, ricamato in argento per sottufficiali e in lana rossa per la truppa, fu applicato anche sul berretto a due punte con visiera in sostituzione di quello raffigurante la stella.

E' nel 1906, con l'introduzione della nuova uniforme grigio verde che i cappelli alpini divennero di feltro colore grigio terra, a tesa larga con fascia in cuoio dello stesso colore del copricapo attrono alla cupola.

Sulla sinistra vi era un gallone verde a V rovesciata (d'argento per gli ufficiali), mentre al centro era posto il fregio raffigurante una cornetta e due fucili incrociati con sovrapposta un'aquila coronata, il tutto ricamato in lana verde per la truppa e in filo d'argento per gli ufficiali.

Il nuovo cappello più leggero del precedente consentiva all'alpino di sparare anche nella poszione "a terra" senza toglierselo.

giovedì 9 dicembre 2010

Piastrine Militari US Dog Tags


A causa della somiglianza con le targhette dei cani, dog-tags è il nome informale delle targhette d'identificazione indossate dai militari americani. Le piastrine militari sono impiegate principalmente per l'identificazione di dati personali o per quelle informazioni mediche (come il gruppo sanguigno, allergie o vaccinazioni) che possono rendersi necessarie in caso di urgenti trattamenti sanitari.

Le piastrine (aventi 6 cm. di lunghezza, 4 di altezza 1 mm. di spessore), sono generalmente fabbricate in alluminio o acciaio inossidabile, resistenti alle corrosioni, ruggini e all'usura, ma in tempo di guerra sono state prodotte con metalli meno nobili.

Il metodo dello stampaggio è quello della punzonatura originale, realizzato grazie alla Graphotype class 350, che incide con l'inconfondibile carattere che vedete qui visualizzato e che rimane inalterato nel tempo.

Col foglio d'ordine 204 del 20 dicembre 1096 gli Stati Uniti hanno introdotto l'impiego delle dog-tags tra le forze militari.

"Un tag di identificazione in alluminio, dalle dimensioni di un mezzo dollaro d'argento e di adeguato spessore, timbrato con il nome, grado, società, reggimento , o corpo di chi lo indossa, saranno indossati da ogni ufficiale e soldato semplice dell'esercito ogni volta che il campo kit viene indossato, l'etichetta deve essere sospeso dal collo, sotto i vestiti, da una corda o perizoma passato attraverso un piccolo foro nella scheda. E 'prescritto come parte della divisa e quando non è indossato come qui indicato sarà abitualmente tenuti in possesso del proprietario. Il tag verrà emesso da Quartermaster's Department gratuitamente a militari di truppa e al prezzo di costo agli ufficiali".

Marine Corps e Special Forces americani non hanno l'incisione del numero di matricola per evitare tracce o indizi che possano far supporre la presenza di corpi speciali e, dunque, lo svolgimento di missioni segrete, sia perchè contrasterebbe con l’attività di resistenza agli interrogatori.

Il kit prevede le tradizionali catenine a pallina, della lunghezza di 60 e 12 cm. su ciascuna delle quali vengono allegate le piastrine munite di gommino silenziatore, che cinge il bordo delle tags e utile a eliminare il fastidioso tintinnio del metallo.

In caso di decesso del militare, viene asportata dalla salma solo la piastrina legata alla catenella più corta.

Diverse sono le piastrine italiane, che contengono le informazioni su due copie e sono concepite per essere spezzate facilmente in due parti.

Le piastrine militari sono oggi un prodotto di moda militare giovanile su cui vengono incisi i dettagli di un persona, le proprie convinzioni o gusti, una citazione preferita, oppure possono recare il nome di una band musicale o di un artista. Alcune persone preferiscono trascrivere il numero di un cellulare in caso di emergenze o riportare problemi di salute, cardiaci o di epilessia.

La personalizzazione delle due piastrine militari può essere fatta qui oppure in questo link per chi desidera acquistare una singola piastrina militare incisa con catenina e gommino silenziatore.

mercoledì 8 dicembre 2010

Fondina Shockwave Concealment


La fondina Shockwave è la serie più avanzata di fondine in polimero stampato ad iniezione, ha una estrema facilità d'uso, di estrazione e al tempo stesso offre anche un efficace sistema di sicurezza.

Il materiale polimerico è altamente resistente all’abrasione, agli urti e a tutte le condizioni atmosferiche. La fondina Shockwave è disponibile in due versioni:
• aperta sopra, più adatta per un uso in abiti borghesi e quindi di occultamento, con il solo sistema di sicurezza che agisce sul ponticello.
• chiusa sopra, adatta ad un’ uso professionale in divisa o in abbigliamento tattico con il doppio sistema di sicurezza che agisce sia sulla parte superiore dell’ arma sia sul ponticello. 100% Made in Italy. Il sistema shockwave concealment di sicurezza automatico sul ponticello è brevettato. All’inserimento dell’arma in fondina la sicura entra automaticamente, mentre per l'estrazione basterà premere con il dito la leva situata al di sotto dell’ impugnatura. Molla di ritenzione sulla canna e doppio kit passante incluso.

La fondina Shockwave è concepita per i seguenti modelli di arma: Beretta 92/96/98/Brigadier Auto 5", Glock 17/22/31/37 Auto 4 1/2" Glock 19/23/25/32/38 Auto 4" Heckler & Koch USP Compact/P2000 Auto 3 1/2" Heckler & Koch USP Standard Auto 4 1/4".

sabato 4 dicembre 2010

Guardia Particolare Giurata


La guardia giurata, propriamente detta "guardia particolare giurata" (GPG), è la figura professionale riconosciuta dallo Stato ex art. 133 TULPS idonea alla tutela di beni, mobili ed immobili di privati o enti anche pubblici.


Non può invece essere preposta a presidio dell'incolumità delle persone, che è di esclusiva prerogativa dell'Autorità di PS. Le Guardie Giurate fanno riferimento quasi sempre ad un Istituto di vigilanza privata e più di rado a enti o privati purché diretti proprietari dei beni da tutelare.

La funzione "guardia particolare giurata" è soggetta a rinnovo biennale previa verifica dei requisiti psico-fisico-attitudinali da parte della pubblica autorità.

Dal punto di vista tecnico-giuridico , la guardia particolare giurata è un "incaricato di pubblico servizio" e recente giurisprudenza di legittimità ne ha riconosciuto la qualità di "agente di polizia giudiziaria" e di "pubblico ufficiale" laddove siano chiamati a a prestare soccorso ad altri agenti o ufficiali di pubblica sicurezza Art.139 TULPS.

Nei mansionari previsti, le GPG possono redigere verbali in relazione al servizio cui sono destinate e che fanno fede in giudizio fino "prova contraria" e non a fino a "querela di falso", come avviene per gli agenti di polizia giudiziaria.

Il "porto di pistola" di cui sono quasi sempre dotate le GPG è per "difesa personale"; dà quindi diritto al porto, anche fuori servizio, in tutto il territorio nazionale con le limitazioni imposte dalla legge (non si può ad es. portare l'arma negli stadi, nei seggi elettorali, nelle pubbliche assemblee, riunioni politiche, ecc.). Ne consegue che anche l'uso dell'arma ha un ambito ridotto rispetto ad un pubblico ufficiale: possono farne uso - anche in servizio - solo per legittima difesa (anche di terze persone) e ne viene concesso l'uso legittimo come agli agenti e ufficiali di pubblica sicurezza per la repressione in flagranza di determinati delitti.


Anche il rinnovo del "porto d'armi" è biennale e solitamente coincide con quello del "decreto di nomina". Alle GPG che prestano servizio armato, quindi, vengono rilasciate due differenti "autorizzazioni di polizia", seppur collegate fra loro; questo perché in qualche luogo i regolamenti delle questure prevedono solo il servizio disarmato, come nel caso del controllo negli aeroporti; in altri casi, lo stesso cliente dell'Istituto di vigilanza richiede guardie prive di pistola. Di conseguenza, anche se raramente, alcune prefetture rilasciano il decreto ma non il porto.


Alle guardie particolari giurate, e agli istituti di vigilanza dai quali esse per lo più dipendono, i titoli vengono rilasciati dalla prefettura, mentre il controllo sull'operato è espletato della questura. Il regolamento provinciale sulle modalità del servizio e le dotazioni sono di competenza del questore.